iColor magazine - anno 2025 - numero 18

14 iColor di Padova nei primi anni Novanta, guidato da Giacomo Rizzolatti, nel quale si introdusse il termine embodied cognition, o realtà incarnata. La mente non è un’entità autonoma, ma una sola cosa con il corpo. Come sostiene Vittorio Gallese, neuroscienziato, azione e percezione sono due facce della stessa medaglia e si influenzano a vicenda, tanto che il movimento, per esempio, ci serve non solo a farci muovere, ma a mappare il mondo attorno a noi. Esiste qualcosa come la simulazione tattile, per cui pur non toccando una parete ruvida, il nostro cervello rielabora da lontano la sensazione di ruvido e in un certo modo è come se stessimo toccando e sentendo la parete. Non può essere lo stesso osservando un certo colore? La texture è un grande veicolo di informazioni. Comprendere certi fenomeni apre alla ricerca e alla possibilità di nuovi scenari. iColor: Il suo volume mette in evidenza l’importanza del benessere psicofisico negli spazi progettati. > Come si traduce, concretamente, nella scelta e nella proposta dei colori al cliente finale? C.P.: Premetto che creare un ambiente rispondente ai bisogni psicofisiologici dell’essere umano significa lavorare su più piani. La progettazione del colore interagisce con gli aspetti illuminotecnici, con la scelta dei materiali e del verde naturale, con le forme e le IFOCUS dimensioni dello spazio. Al di là della scelta puramente cromatica, certo importante e diversa da progetto a progetto, ciò che conta è comunque il modo in cui i colori vengono posizionati e inseriti nell’ambiente; la differente collocazione su pareti, soffitti, pavimenti o elementi di dettaglio può influenzare comportamenti, azioni, stati emotivi, essere di riferimento e di ausilio nella comunicazione e nella comprensione di un layout. Il colore in tal senso può rispondere alle aspettative che ognuno di noi ha nei confronti del luogo abitato e agevolare il nostro benessere. iColor: Dal punto di vista della filiera dei colorifici, quali competenze culturali o scientifiche ritiene indispensabili per proporre soluzioni cromatiche realmente innovative? C.P.: Il mondo del colore è davvero molto vasto. Dobbiamo continuare a studiare e a fare ricerca. Ritengo che l’aspetto della formazione sia basilare per tutti. Non mi riferisco soltanto SE RITENIAMO CHE IL COLORE SIA UN VERO STRUMENTO PROGETTUALE, DOBBIAMO POTERLO UTILIZZARE IN TUTTE LE FASI DI PROGETTO, PARTENDO DALLA FASE METAPROGETTUALE. CIÒ SIGNIFICA CHE IL PROGETTISTA NON PRENDERÀ IN CONSIDERAZIONE LA COMPONENTE CROMATICA SOLO NELLA PARTE CONCLUSIVA DEL SUO PROGETTO, MA LA PROGETTERÀ DA SUBITO

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